A caval donato non si guarda in bocca, sia chiaro. L’omaggio della Virtual Safety Car che serve alla Ferrari l’assist per la vittoria a Melbourne va a compensare quanto successo in Cina un anno fa a parti invertite, con la Rossa fregata in favore proprio di Hamilton.
Uno ad uno e palla al centro riguardo i colpi di fortuna. Quello che preoccupa, però, è che senza la VSC non ci sarebbe stata probabilmente storia. Insomma la vittoria appiana e maschera un po’ quanto visto in qualifica (soprattutto) e prima della neutralizzazione, ma questo successo ha un sapore completamente diverso da quello di 365 giorni fa. Peggiore.
Insomma, non ci si deve assolutamente illudere perché un anno fa la vittoria di Vettel era stata di forza, con Hamilton rincorso da vicino nella prima parte ed infilzato con la sosta. La SF70-H del 2017 di inizio anno non aveva nulla da invidiare alla W08 e, anzi, dava l’impressione di essere anche superiore alla Mercedes. Dopo la sfortuna cinese Vettel replicò infatti in Bahrain.
Ora che Sakhir arriva subito dopo l’Australia la sensazione è molto diversa. La velocità con cui Hamilton è tornato sotto dopo il lungo in frenata ha chiarito che sul passo c’è tanto da lavorare, e se Melbourne stamattina ha castrato le prestazioni di chi stava dietro e non riusciva a passare, a breve le cose potranno cambiare rapidamente. Anche perché la Virtual incide una volta all’anno, forse due, non certo in tutte le gare e non sempre a favore.
Va da sé che certe occasioni vanno sfruttate al massimo: in Ferrari sono stati abili a cogliere la palla al balzo con una strategia in “nulla da perdere mode”, differenziata rispetto a Raikkonen, che è stata utilissima quando si è trattato di sferrare il colpo. Bravo anche Sebastian, dopo due giorni preoccupanti e una prima parte di gara in cui stava perdendo anche da Kimi, a non sbagliare nulla durante le fasi di rientro ai box e di difesa dai primi assalti di Hamilton. E bravo anche a smorzare subito gli entusiasmi sottolineando che c’è da recuperare nonostante il successo.
Insomma: la Ferrari puntava alla vittoria in questo inizio di mondiale ed è arrivata, sì, ma non nel modo in cui si sperava. Perché la Mercedes va di più e l’incredibile prestazione della Haas, fino allo sconcertante doppio ritiro, ha mascherato il potenziale della Red Bull. Tra una strategia diversa e a conti fatti errata con la partenza penalizzante su Supersoft, errori (testacoda di Verstappen) ed il duo Magnussen/Grosjean a far da tappo, non ha potuto mostrare il suo vero passo fino alla fine quando Ricciardo si è fatto minaccioso per più giri alle spalle di Raikkonen, dopo esser partito attardato in ottava posizione.
La sveglia di ieri con i sette decimi in qualifica è stata talmente forte da far pensare ad un party mode fenomenale per la qualifica (come poi è stato confermato), ma la gara ha mostrato che i campioni in carica ne hanno anche alla domenica, eccome.
In definitiva il bottino pieno australiano è servito a Vettel per dare morale e restituire goliardicamente quel smile off your face ad Hamilton dopo la conferenza stampa di ieri. Ora, però, c’è da lavorare duro: perché il rettilineo del Bahrain è un aeroporto, le Haas non saranno sempre d’aiuto ed in condizioni normali, se queste sono le prestazioni, oltre a recuperare sulla Mercedes c’è da stare attenti alla RB14.
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