Nella giornata di oggi, i canali ufficiali della Formula 1 hanno messo nero su bianco il ritorno del Gran Premio d’Olanda nel Mondiale di Formula 1. Dopo mesi di trattative, Zandvoort tornerà nel calendario iridato a 35 anni di distanza da quella che fu la 30° ed ultima edizione.
Una grandissima occasione per la ‘Marea Oranje‘, che affolla le piste di tutto il mondo e che segue come un’ombra Max Verstappen, motivo principale, insieme alla spinta economica della Heineken (che sarà title sponsor dell’evento), di questa ‘novità’.
Passiamo alle parole ufficiali, cominciando da Chase Carey, CEO della Formula 1: “Siamo davvero contenti di annunciare che stiamo per tornare a correre nei Paesi Bassi, sulla pista di Zandvoort. Sin dall’inizio della nostra permanenza in Formula 1 abbiamo detto che volevamo correre in nuove sedi, pur rispettando le radici storiche della Formula 1 in Europa“.
“La prossima stagione avremo una nuova gara cittadina, ad Hanoi, capitale del Vietnam; e, come detto, torneremo dopo 35 anni d’assenza a Zandvoort” – continua Carey – “Recentemente abbiamo visto una ripresa di interesse per la Formula 1 in Olanda, principalmente grazie al tifo in favore del talentuoso Max Verstappen. Ciò è chiaro vedendo la marea arancione presente in tante gare. Non c’è dubbio che sarà il colore dominante sulle tribune di Zandvoort“.
Molto soddisfatto dell’accordo anche il presidente FIA, Jean Todt: “Sono felice di vedere il ritorno di Zandvoort nel calendario della Formula 1 a partire dal 2020; e sono grato del lavoro svolto da tutti per riportare il Mondiale nei Paese Bassi. È un circuito con una lunga storia nelle competizioni, e rappresenta una sfida per i piloti. Grazie alla popolarità di Max Verstappen sono convinto che vedremo tantissimi fan sugli spalti. Ora sarà necessario preparare il circuito, in modo da portarlo agli standard di sicurezza previsti per ospitare una gara di Formula 1, e lavoreremo tutti insieme per riuscirci“.
Concludiamo il giro di dichiarazioni con Jan Lammers, direttore sportivo della Dutch Grand Prix, comitato organizzatore dell’evento: “Il circuito di Zandvoort è leggendario e conosciuto nel mondo, e siamo felici di tornare ad ospitare il Mondiale. Per soddisfare i desideri della Formula 1 e gli standard della FIA il circuito e le infrastrutture saranno modernizzati in alcune aree, con i lavori completati ben prima della gara del 2020. Inoltre, di recente il comune di Zandvoort ha investito parecchio per migliorare l’accesso al paese e al circuito“.
ZANDVOORT, UN PO’ DI STORIA
Le prime competizioni motoristiche, in questa zona dell’Olanda, risalgono agli anni appena precedenti la Seconda Guerra Mondiale; nel 1939, infatti, vengono organizzate sfruttando un tracciato cittadino. Il successo spinge il sindaco di Zandvoort a caldeggiare il progetto di un circuito permanente, il quale vede la luce nel 1948. La Formula 1, dopo due gare non valide per il Mondiale, debutta nel 1952, con un hat-trick di Alberto Ascari, che fa il bis nel 1953. Dopo il successo del binomio Fangio-Mercedes nel 1955, il Circus abbandona l’Olanda per un biennio.
Il ritorno avviene nel 1958 (successo di Stirling Moss su Vanwall) e, fino al 1985, il Gran Premio d’Olanda fa parte in maniera stabile del calendario, ad eccezione del 1972, ottenendo in due occasioni (1962 e 1976) anche la titolazione di ‘Gran Premio d’Europa‘. Circuito in origine caratterizzato da curve veloci ed iconiche (la Tarzanbocht su tutte, teatro del sorpasso di Gilles Villeneuve su Alan Jones nel 1979, giusto per fare un esempio), da forti variazioni altimetriche e dalla vicinanza al mare ed alle dune circostanti, con il vento a trasportare spesso e volentieri tanta sabbia sull’asfalto, Zandvoort ha spesso visto trionfare i migliori assi delle varie epoche.
Esempio su tutti il podio dell’ultima edizione, quella del 1985, con l’ultima vittoria di Niki Lauda (McLaren-TAG Porsche), davanti all’allora compagno di box, Alain Prost, e all’astro nascente Ayrton Senna (Lotus-Renault). In cima all’albo d’oro, con quattro vittorie, abbiamo The Flying Scot, Jim Clark, davanti a tutti anche come giri record (5) e podi complessivi (6, come Lauda), mentre René Arnoux è il pilota ad avere più pole a Zandvoort (3). Come team, è la Ferrari a fare la parte del leone, comandando per vittorie (8), giri record (10) e podi totali (24); la Lotus, invece, è il team con più pole (8).
Last but not least, purtroppo, va ricordato che a Zandvoort si verificarono due delle più dolorose tragedie nella storia della Formula 1. Ci riferiamo agli incidenti mortali che coinvolsero Piers Courage (De Tomaso) nel 1970 e Roger Williamson (March) nel 1973; due piloti periti in seguito a drammatici incendi delle loro monoposto, con il secondo caso in particolare elevato ad emblema della disorganizzazione più totale di un evento di tale portata in materia di sicurezza.
Immagine: Pexels
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